Perché il mercato cripto sono scesi così tanto nel 2018

3 May , 2019 Blockchain, ICO

Perché il mercato cripto sono scesi così tanto nel 2018

Nel 2017 -e in particolare nel quarto trimestre- molti investitori -sopratutto in Asia e US- hanno iniziato ad acquistare Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) al fine di scambiarli con specifici token di ICO su cui volevano investire. In effetti l’unico modo per partecipare alle ICO era di ‘inviare’ ai promotori del progetto le principali criptovalute. I proprietari di Bitcoin ed Ethereum non volevano vendere. Vedevano il prezzo aumentare stabilmente, quindi perché avrebbero dovuto vendere? “Credevano” in Bitcoin ed Ethereum. Quindi, in un “mondo fatto di domanda e offerta”, il prezzo si e’ impennato.

In una seconda fase, a partire da inizio anno , le startup che avevano completato le loro ICO sono diventate tante e detenevano miliardi in Ether e Bitcoin, e hanno iniziato a vendere i loro token, invertendo così la dinamica dell’enorme domanda di Bitcoin ed Ethereum. Dopo che la sbornia del nuovo anno è svanita, le startup hanno dovuto vendere le cripto in loro possesso con valuta Fiat per pagare gli ingegneri e sviluppare le loro startup.

E allora e’ iniziato il panico. Molte ICO non riuscivano a cambiare le loro cripto in valuta Fiat in quanto non trovavano controparti e le banche, spaventate da possibili problemi con le Autorità, non aprivano neanche i conti correnti a società che avevano effettuato ICO. La pressione da parte delle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti nel terzo trimestre e nel quarto trimestre 2017 ha provocato un rallentamento e un arresto quasi totale degli ICO, almeno negli USA (oggi é vietato ai cittadini statunitensi privati partecipare a ICO). Inoltre molte ICO hanno iniziato ad accettare valute fiat senza la necessità di passare attraverso Ethereum, riducendo fortemente il bisogno e la necessità di comprare Ether per partecipare a ICO.

Nel 2018 e’ successo qualcos’altro. È diventato chiaro per tutti che tutte queste ICO non erano passate da un processo di due diligence da investitori professionali, business angels o VC esperti di tecnologia: quindi alcuni di questi progetti si sono rivelati scam e molti altri erano irrealizzabili. Ricordo comunque che nell’industria del Venture Capital e per gli investimenti ‘seed’ il tasso di successo non e’ superiore al 10%: il 90% delle startup finanziate fallisce entro 3 anni dal lancio. Ma il mercato cripto ha permesso la ‘quotazione’ (listing sugli Exchange, quali Binance, Bitfinex, Huobi, e altri 200 circa, sparsi nel Mondo) di startup, creando quindi una volatilità enorme rispetto al mondo tradizionale delle startup (non essendo quotate, le startup tradizionali non subiscono oscillazioni giornaliere nel loro valore).

Il mercato cripto e’ estremamente correlato: la domanda di Bitcoin e Ethereum e diminuita, quindi le quotazioni sono scese. I token di startup molto più piccole, con capitalizzazione di qualche milione sono crollate molto più che proporzionalmente. E’ in atto un processo di selezione naturale, a una velocità accelerata rispetto a quello delle startup digitali finanziate in passato. Poche di queste startup sopravviveranno: alcune probabilmente avranno un successo enorme.

Nel 2017 gli investimenti in “token” erano effettuati per l’80% da investitori retail (i privati) e solo per il 20% da investitori professionali ( VC, fondi istituzionali, holding di investimento). Oggi l’80% degli investitori e’ ‘professionale’ se non di più. Molte ‘Token sales’ si svolgono solo in ‘Private Sale’ non accessibili al pubblico, e non effettuano un ICO (offerta online di token ai privati). Abbiamo creato Iconium Blockchain Ventures proprio prevedendo questo trend e aspettandoci un’indispensabile ‘professionalizzazione’ del mondo ICO e in generale per il finanziamento di startup in ambito blockchain: d’altra parte mi auguro che il pubblico e i privati non vengano esclusi completamente da questa opportunità epocale. Ma c’e bisogno di investitori professionali (Lead Investor) che prima validino le opportunità conducendo due diligence a livello approfondito.

In questo senso ci sono similitudini con l’Equity crowdfunding, dove ad esempio, in Italia, e’ richiesto un investitore professionale per chiudere un round. La radicale differenza rispetto all’Equity crowdfunding sta nel fatto che grazie agli smart contracts e agli exchange:

A) E’ possibile far partecipare un numero enorme di persone a costi enormemente più contenuti per l’emittente

B) Questi progetti prevedono comunque una quotazione a breve/medio periodo (6\12 mesi) e quindi generano la possibilità di liquidare il proprio investimento in tempi relativamente brevi (molti dimenticano che l’investimento ‘seed’ in startup oggi, non solo non vedrà mai una exit, ma nel caso la generi, avviene mediamente nell’arco di 6\10 anni: un orizzonte temporale indubbiamente non adatto ai privati)

E’ quindi giunto il momento di investitori esperti, che siano VC tradizionali (Pantera Capital, Union Square Ventures), o modelli più innovativi dove lo stesso VC é tokenizzato (Polychain, Spice VC), oppure modelli ibridi, quale e’ ICONIUM S.p.A., start-up innovativa, che può agire sia da investitore e incubatore, che promotore, advisor e co-founder di progetti di ‘Token Sale”. Il tutto in un’ottica di gestione e allocazione dei fondi in un portafoglio diversificato e bilanciato per gestire al meglio il rischio dei propri azionisti.

Stanno poi nascendo i ‘Security Token’ in contrapposizione agli Utility token finora utilizzati. Questi apriranno un nuovo mercato nell’immobiliare ma anche nella condivisione dell’Equity delle aziende start-up nel Mondo blockchain. Stiamo anche assistendo a un ritorno a valutazioni congrue di mercato.

Le nuove società da finanziare nel 2019 — e che saranno quotate nel 2019, 2020 e 2021 — saranno in media molto migliori rispetto a quelle del 2017 (con le dovute eccezioni, in quanto mi aspetto che anche tra quelle finanziate nel 2017 nasceranno degli ‘unicorni’), con conseguente ripresa del mercato.

Il mercato nel suo complesso si riprenderà perché, mentre le quotazioni sono crollate, l’eco-sistema e’ diventato nel corso del 2018 sempre più grande e pervasivo: sono al lavoro centinaia di migliaia di persone nel Mondo per risolvere problemi quali la scalabilità , la sicurezza, la velocità delle blockchain. Bitcoin stesso è resiliente, fatto dimostrato dalla sua sopravvivenza a molti eventi negativi tipo Mr. Gox e numerosi cicli up-and-down. La curva a lungo termine per Bitcoin è positiva da oltre 10 anni, e mentre ha vissuto crisi anche peggiori di quella attuale e’ risorto sempre più forte.

La buona notizia è che molte delle 2600 startup -che non avrebbero mai dovuto essere finanziate- quotate in ‘Token’ sparirà nel corso dei prossimi mesi. La sparizione di questi token che non hanno ragione di esistere spingerà il mercato verso l’alto.

Prevedo anche che nel 2019 vedremo alcune “Killer App” decollare e generare un’adozione di massa, che porterà gli utenti mainstream nel mondo cripto e — in un mondo correlato— questo farà decollare l’intero mercato. Ma questo sta già accadendo in un certo senso, in particolare nel mondo della finanza: le più innovative aziende fintech, da Revolut, a Abra, a Transferwise, stanno lanciando nuovi servizi e applicazioni che permettono ai propri clienti di usare immediatamente le criptovalute (investire, usarle per gli acquisti online e off-line).

Senza dimenticare il lancio delle ‘Stable coin’ legate a delle valute di riferimento (cripto-dollaro, cripto-euro, cripto-yuan, etc..) ma liberamente utilizzabili ovunque nel Mondo, che non subiscono le oscillazioni delle criptovalute classiche e che quindi aprono una strada di utilizzo completamente nuova e potenzialmente gigantesca per i pagamenti, le rimesse, e il commercio internazionale.

Ritengo quindi che il mercato vedrà un grande rally nel prossimo futuro e una tendenza a lungo termine verso l’alto.

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