Iconium News 13/11/2020: I Grandi Capitali accumulano Bitcoin

13 Nov , 2020 Bitcoin, Blockchain, Iconium

Iconium News 13/11/2020:  I Grandi Capitali accumulano Bitcoin

Nell’edizione di questa settimana:

  • Ecco perché i miliardari hanno iniziato ad accumulare Bitcoin
  • China Construction Bank utilizza la blockchain per vendere £2,3 miliardi di bond
  • Raoul Pal: Bitcoin a $1 Milione in pochi anni

 

Ecco perché i miliardari hanno iniziato ad accumulare Bitcoin

Negli ultimi mesi i grandi investitori hanno accumulato sempre più Bitcoin. Seguendo l’esempio di Paul Tudor Jones, il gestore di hedge fund Stanley Druckenmiller è il più recente miliardario a rendere pubblico il suo investimento in BTC.

Sono quattro le ragioni principali per cui Bitcoin sta diventando più convincente per gli investitori sofisticati: l’efficacia di Bitcoin come diversificatore di portfolio, copertura contro l’inflazione, e il grande potenziale rischio/rendimento. Insomma Bitcoin sembra avere delle caratteristiche molto simili alla principale riserva di valore usata nel corso dei secoli: l’oro. C’e’ chi lo chiama ORO 2.0.

La ragioni per cui l’umanità ha scelto l’oro rispetto ad altri beni è fondamentale. L’oro possiede alcune caratteristiche che lo rendono una “riserva di valore” più apprezzabile (come è noto) rispetto ad altri beni. Per prima cosa, possiamo dire che è raro/scarso, il che significa che la sua offerta è limitata. È malleabile, cioè può essere fuso e diviso in unità più piccole (per esempio monete) e, cosa fondamentale, il valore unitario non cambia quando si divide in pezzi più piccoli (a differenza di quanto accade per i diamanti ad esempio). È stabile e non degrada, è facile da riconoscere e, cosa molto importante, è difficile da contraffare.

Nel corso della storia, gli investitori hanno classificato l’oro come una sorta di assicurazione per proteggere il portfolio da correzioni e incertezza macroeconomica. Ma essendo un bene rifugio, le potenzialità di guadagno restano comunque medio/basse nel breve periodo.

Al contrario, Bitcoin presenta tutte queste stesse caratteristiche in quanto sta evolvendo in un bene rifugio, ma a differenza dell’oro le potenzialità di crescita sono enormi.

Ha un’offerta non solo limitata ma ‘finita’ (solo una determinata quantità di Bitcoin esiste e sarà prodotta in futuro). Col passare del tempo, dato che l’offerta di Bitcoin diminuisce ma la sua domanda aumenta, questo potrebbe causare una grossa contrazione dell’offerta a lungo termine, risultando in prezzi più elevati.

Può essere diviso in unità più piccole senza perdere valore unitario (un Bitcoin è divisibile in cento milioni di unità, 1 Bitcoin = 100.000.000 di satoshi, che rappresenta l’unità più piccola in cui un Bitcoin può essere diviso, simile ai centesimi per il dollaro o ai penny per la sterlina).

La sua tecnologia lo rende molto stabile, non si degrada ed è impossibile contraffarlo. Inoltre, a differenza dell’oro, è possibile trasferire Bitcoin in qualsiasi luogo del mondo in pochi minuti, indipendentemente dalla quantità, grande o piccola. Ecco perché molte persone affermano che Bitcoin non è solo oro digitale, ma un’alternativa preferibile all’oro.

La capitalizzazione di mercato dell’oro è stimata a circa 9.000 miliardi di dollari. Al contrario, Bitcoin è valutato a 285 miliardi di dollari: il 3% del valore totale dell’oro.

ll 9 novembre, in un’intervista a CNBC, Druckenmiller ha sottolineato che il brand di Bitcoin come riserva di valore non potrà che migliorare col passare del tempo:

“Bitcoin potrebbe essere una classe di asset molto attraente come riserva di valore, sia per millennial che per la “new money” della West Coast… in parte perché ne hanno già un sacco. Esiste da 13 anni, e giorno dopo giorno il suo brand diventa sempre più famoso.”
Queste dichiarazioni rappresentano effettivamente un punto di svolta. L’entrata di investitori istituzionali del calibro di Druckenmiller, ha eliminato tutti gli ostacoli ad investire per qualsiasi hedge fund o fondazione. In effetti in poco più di 3 mesi il prezzo di Bitcoin é salito del 60%. Ma attenzione: essendo una nuova asset class il meccanismo della ‘price discovery’ é ancora molto volatile e sono possibili nel breve variazioni in un senso o nell’altro molto rilevanti.

 

China Construction Bank utilizzerà la blockchain per vendere £2,3 miliardi di bond

La China Construction Bank di proprietà statale ha collaborato con Fusang Exchange, una società FinTech con sede a Hong Kong, per vendere obbligazioni per un valore di £2,3 miliardi tramite blockchain. South China Morning Post ha svelato questa notizia l’11 novembre, osservando che questa mossa segna la prima vendita di asset digitali operata da una banca cinese.

La banca presumibilmente venderà l’obbligazione sotto forma di certificati di deposito. Normalmente  questi avrebbero un valore di decine di migliaia di dollari, e dunque sarebbero accessibili solo ad investitori istituzionali. Invece, tokenizzandoli su blockchain, i bond sono disponibili anche per gli investitori retail, che possono comprarne piccole quantità, a partire da 100 dollari ciascuno. Avranno una durata di tre mesi e garantiscono una rendita dello 0,75%, più dello 0,25% solitamente garantito dalle banche.

L’altra significativa novità è che questi bond potranno essere usati per fare trading sull’exchange di Fusang, che è conforme alla regolamentazione di Labuan, Malaysia. Le operazioni potranno essere fatte in Bitcoin o dollari, ed inizieranno a partire da oggi.

Raoul Pal: Bitcoin a $1 Milione in pochi anni


Secondo Raoul Pal, investitore di fama internazionale CEO e co-fondatore di Real Vision Groupex gestore di hedge fund in Goldman Sachs e uno dei pochi a prevedere la crisi dei mutui del 2008-2009, è possibile che grandi investitori adottino bitcoin come investimento e riserva di valore, e che nei prossimi anni entri in questo mercato un enorme muro di denaro.

Pal sostiene che la crisi del sistema economico globale durerà più a lungo di quanto ci si aspetti. Questo causa una carenza di flussi di cassa alle aziende, molte delle quali stanno già chiudendo. L’unica risposta possibile, per Pal, è quella delle banche centrali, ed afferma che è per questo motivo che ha iniziato a comprare sempre più bitcoin.

Sebbene in portafoglio detenga anche dollari USD, oro ed azioni, afferma che attualmente BTC occupa più del 50% della sua allocazione.

In particolare rivela di aver recentemente ridotto le sue disponibilità liquide proprio per investire in bitcoin. Mantiene solo posizioni di trading relativamente piccole, visto che non ritiene che il mercato azionario possa offrire attualmente tante opportunità quanto bitcoin.

Pal afferma anche di non essere un grande estimatore dell’oro, e ritiene che, qualora bitcoin dovesse rompere al rialzo l’attuale trend, dovrebbe superare in modo massiccio il rendimento dell’oro.

Pal è diventato uno dei personaggi più seguiti dalla comunità crypto data la sua notorietà all’interno del mondo della finanza tradizionale. La cosa interessante è che recentemente, a differenza di tutti gli altri investitori tradizionali, Pal ha espresso il suo interesse per Ethereum ritenendo l’imminente lancio di Ethereum2.0 un possibile catalizzatore per un aumento di prezzo nel breve termine.

Per seguire le opinioni di Raoul Pal su bitcoin e criptovalute vi consigliamo di seguire la sua pagina Twitter e alcuni dei podcast prodotti recentemente. Ecco alcuni link:

– Bitcoin e Macroeconomia con Stephan Livera
– Raoul Pal: What Bitcoin Did
– Raoul Pal: The Pomp Podcast 


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